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Un gioiello scoperto
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Un gioiello scoperto

Si dice spesso che una persona non la si conoscerà mai abbastanza. Magari, in qualche cassetto, contiene un segreto, un altro sogno; è stato così per Valerie, che nel cassetto aveva un gioiello
Valerie Carter, Venice Beach, California, 1977.

La storia di Valerie, (detta Val) che di cognome fa Carter, è chiara, nitida come il suo aspetto: di color biondo miele i capelli, di color pesca, le sue guance. Di un'armonia bellissima, il suo sguardo. Le piace cantare, sente l'America entrarle nelle vene e non basta il country, il blues, il soul, il rock: deve esserci tutto il suono, arrivare la musica classica, il funk. Il ritmo di getto. Ogni genere deve poterle regalare un'espressione dei suoi giovani anni.
Prima cantava nelle coffee houses, poi con un gruppetto, gli Howdy Moon. Successivamente vuole il palco per sè e recitare le sue cose come oggi farebbe una che fa spoken word poetry. La sua ricchezza artistica è più solida: si definisce cantautrice, ha provato con la chitarra anche, ma è stato meglio abbandonarla!

Valerie è dolce e con quel suo carattere si inserisce bene nei circoli dei musicisti che contano, nel giro di Laurel Canyon (pensa che lei si firma Laurel Runn perchè ispirata dalla Controcultura) giungendo a collaborare con Lowell. George Lowell dei Little Feat, con cui canterà in uno dei pezzi d'amore più belli di sempre: “Long Distance Love”. La canzone dura poco, nonostante ciò sfoggia delicatamente un'infinita emozione per il suo arrangiamento vocale (a mio modesto parere il più bel arrangiamento vocale nella storia della musica che mi piace). Valerie è come una brezza estiva, ragiona con testi riflessivi utilizzando melodie più composte, lei è yacht folk.

Valerie Carter Billboard on Sunset Strip, CA, 1978

Valerie, Prince, i Toto. Insieme con un gioiello

Ho aperto il cassetto di Valerie: ho trovato una canzone che fa mi compagnia, "I got over it". E' una rivelazione di due amici per me, Prince e Valerie (che collaborano con un gruppo nuovo). Sono arrivati quando ne avevo bisogno e la cosa che mi ha fatto sorridere ancora è che si conoscevano fra loro, molto di più di quanto immaginassi.

Quando Val conosce Prince era una ragazza come ragazzo era lui, avevano in comune Bob Cavallo, il manager. Divennero amici nel segno della musica; piacevoli incontri musicali suonando, scrivendo e cantando. Prince era nella lista dei papabili producer per il secondo album di Val, "Wild Child", con anche James Newton Howard. Nel '79, incisero più cose e a partecipare alle sessions pare ci fossero Jeff, David, Steve, ma per diverse ragioni Prince non venne incluso nel progetto. Fatto sta che il ricciolino e la biondina, negli anni successivi, collaboreranno ancora. In comune, per essere amici, ci devono essere i luoghi per condividere sguardi e voci, impressioni e battute: il Sunset Studio in Hollywood California era magistrale per consolidare ogni magia.

Ascoltando, questa meraviglia di “I got over it”, sento che certi tratti vocali di Val, sembrano siano stati “impartiti” da Prince. Il sentimento sensuale provocato nella voce della cantautrice è lo stesso che Prince ha sempre interpretato. E' probabile che i due si siamo detti come raggiungere il giusto climax per far si che la storia raccontata fosse più risonante. E' anche probabile che la versione del pezzo ufficiale Val si basi sulla demo registrata da Prince su cui lui stesso ha fatto tutto: suonare, cantare. Poi i Toto hanno riarrangiato con tutti gli strumenti. Seppur il gruppo pare eseguire il compito, non mancano comunque di lasciare il loro segno distintivo ed aggiornato. Tutto risulta sanguigno, mediterraneo, da non lasciar scampo, fiato. Tutti loro non raggiungevano neppure i venticinque anni d'età.

"Conoscendo le produzioni di Prince, i racconti su di lui in studio, deduco la minuziosità dolce di un'operaio, di un falegname; il fascino che Prince esercitava su Val è palese. Val a quel tempo, è una stella emergente, Prince stava splendendo e Steve, Jeff, David presto avrebbero sfondato. Anche loro hanno reso buona l'idea di Prince e Val, aggiungendo la cornice al quadro".

Non vi sono documenti ufficiali che ci spieghino cosa sia avvenuto in quei giorni di lavoro matto e disperatissimo poichè la versione pubblicata non proviene da nastri master, bensì da un mixdown su cassetta, vecchio. E' quanto affermano i fan diggers, dei forum sparsi su Prince (che ringrazio!)

Valerie Carter, 1977

Il brano gioiello

“I got over it”, contenuto in "The Lost Tapes" (il primo album postumo di materiale inedito di Valerie Carter uscito nel 2018) è stato trovato da sua sorella Jan Carter e dalla sua amica Kathy Kurasch.

I got over it possiede il suono di tutta una stagione, il battito della pioggia primaverile è stato aggiunto al pezzo per nascondere l'imperfezione sibilata della registrazione e ripulirla in qualche modo. Pare che la canzone sia stata registrata in una prima versione, nel 1977, da Prince. Prima del suo debutto con la Warner. Ma le fonti dichiarano qualcosa che non sapremo mai di preciso.

Lukather, nel suo memoir, accenna a questa collabo:

Dal libro di Lukather:

“Come Carlton, Graydon e Ritenour, James era sul punto di uscire dal lavoro in sessione e, nel suo caso, di produrre. Aveva appena ottenuto un incarico producendo un disco, Wild Child , per una cantautrice di nome Valerie Carter, e mi portò con sé per suonarlo. Avevo riscoperto Valerie al liceo con il suo primo album solista, prodotto da Lowell George dei Little Feat . Wild Child si è rivelato un disco meraviglioso da realizzare. Le canzoni erano fantastiche. È stato fatto in uno dei miei studi preferiti, Sunset Sound, ed è stato allora che ho iniziato a sentirmi come se fossi stato accolto nella lista dei ragazzi di serie A. James mi ha fatto scrivere anche una canzone con lui per il disco, intitolata "Lady in the Dark". Oltre a me, chiamò anche Jeff alla batteria, David Hungate al basso e un incredibile pianista e percussionista jazz, Victor Feldman, che aveva vent'anni più di tutti noi ed era un altro ad aver lavorato sul materiale degli Steely”.

Wild Child, uno dei miei dischi preferiti in assoluto! Copertina iconica con una bellissima Valerie Carer in primo piano!

“James aveva un enigmatico assistente nel disco, questo piccolo tizio nero del Minnesota che avrebbe dovuto essere il nuovo prodigio. Questo ragazzo avrebbe dovuto essere lì in qualità di coproduttore, ma in realtà non ha parlato. Avrei fatto una sovraincisione di chitarra e la sua testa sarebbe apparsa sopra la console. Mi fissava per qualche secondo e lentamente scompariva di nuovo dalla vista. Era davvero dannatamente strano. Non mi ha nemmeno riconosciuto una volta, figuriamoci presentarsi. Ho scoperto solo più tardi che questo tipo era Prince”.

“Quattro anni dopo, saremmo tornati entrambi a Sunset Sound. Stavo facendo una sessione per Greg Mathieson e Prince stava lavorando in una stanza adiacente con la sua band. Lo vedevo fuori dal complesso alle dieci del mattino, a cavalcioni di una moto viola e con indosso un abito di lamé argentato. Sorridevo e gli annuivo, ma il massimo che ho ottenuto da lui in cambio è stato un sopracciglio alzato. Era molto strano e talentuoso”.

Prince, multistrumentista a neanche vent'anni, era un gruppo a parte che mal si conciliava con la nuova crema musicale di L.A. Sentire questa collabo è quindi sbalorditivo per me, poichè si tratta di sentire tutti i miei artisti preferiti insieme e si tratta di una fra le più belle canzoni che abbia mai ascoltato con un pathos compiuto e giovanile. Qui, tutte le anime sembrano seguire le stesse influenze, dando una testimonianza matura di creatività e gusto, davvero. I got over it, sembra un outtake di "For you".

Prince e Valerie, un'amicizia ed una stima fuori dal tempo

Valerie omaggia Prince nel 1998, reinterpretando "Crazy you" (brano del disco d'esordio di Prince). Mi piace pensare che Valerie lo ricordasse come un brano speciale del periodo in cui loro hanno cominciato con la musica e non erano ancora famosi. Quando le cose erano più schiette.

“I got over it

Quando mi hai lasciato lo pensavo

Non vedrò mai più il sole splendere

Perché significavi tantissimo per me

Eravamo migliori amici

Ma l'ho superato

Potrebbe esserci voluto un po'

L'ho superato

Era così difficile per me sorridere

Ma ora ne ho abbastanza”

Questo pezzo mi ha cercata in questi giorni strani, come una magia mi ha sussurrato altre vie possibili nella vita quotidiana . E' sembrato uno scherzo aver scoperto questa musica e questa mia nuova amicizia con la musica, ritrovata. Ringrazio sentitamente!

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A presto

F.

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