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Il documentario sullo Yacht Rock
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Il documentario sullo Yacht Rock

Per quanto riguarda "I Can Go For That"

Per quanto "I Can Go For That" (scritto e narrato dalla brava e scoppiettante Katie Pucknik) abbia teorizzato, lo yacht rock non è proprio quella roba lì che cita gli Hall and Oates à gogo.
Come si fa a raccontare un genere musicale che ha così tanti artisti a comporlo e che diventa sempre più infinito?

Come al solito l'excursus:

Ci si confonde nella tranquillità poetica di Joni Mitchell che narra di una certa Los Angeles (L.A inzuppata di desiderio), si balza al riferimento massiccio di Laurel Canyon e a tutto ciò che stava in contrapposizione al rock psichedelico e trasandato di Jimi Hendrix. C'è Ned Doheny che afferma: "La musica era una forma d'espressione, forse l'unica...".

Il rock è pieno di definizioni ed in questo frangente si tratta molto di quel protoyacht che si è rifugiato nel country che non è affatto un'influenza degli yacht rocker, nemmeno di sfuggita. E' il solito rock (che puzza di muffa, che fa c'entrare i cavoli a merenda, i Doors e "Summer Breeze") che viene citato sui forum frequentati da ragazzi sopra i sessanta di età, i quali mischiano tutto ciò che loro conoscono dentro il West Coast sound (e tendono a riferirsi allo yacht rock solo come ad una "compilation" su youtube). Non siamo i nostri genitori e per quanto ci abbiano spiegato cosa fosse il rock elegante, ci si perde, in mezzo, qualcosa di molto più gentile.

All'interno del podcast ascolterai tutto il mio diggin' ricercato. Per te, degli snippets di nuove canzoni che per me sono yacht rock. A dimostrazione di quanto questo genre possa essere "endless"!

“Mellow mood with introspective vibes”

Dopo il soft rock con le sue chitarre acustiche "pesantone", giunge la ribellione delle molteplici influenze da mischiare, con i mezzi del jazz, con il suono della Motown, gli arrangiamenti, gli archi, le progressioni, il lavoro in studio certosino dei piccoli Porcaro Brothers, divenuti poi troppo dei grandi. Ecco che nasce il sound yacht rock.

Di vacuo nello yacht rock non ci vedo nulla.

Gli avvenimenti degli anni '70 avevano assorbito e oppresso il cittadino che spesso si attivava manifestando (contro la guerra in Vietnam, la crisi energetica del '73, Watergate, Nixon), c'era bisogno di "centrarsi", dedicarsi alla politica degli affetti. Non parlerei come hanno fatto di "bisogno di sognare", di "plushness" ovvero di sfarzo, sontuosità, opulescenza. Non parlerei di yacht, perchè come ha detto Steve Lukather "chi ne ha mai visti?". Parlerei, invece, di un profumo di libertà individuale che porta ad una crescita, che giunge ad uno spostamento. Ecco che la comunicazione cerca altro, trasformandosi con le sue fm radios per diffondere, programmare la canzone più lunga; da qui l'AOR radio con un format libero capace di strizzare l'occhio alle casalinghe più romantiche. Sembra perfetto Mike McDonald entrato nei Doobie. I Doobie così si svecchiano del loro sound.

Un adulto che parla ad un altro non è vacuo, sempliciotto.

All'interno dello speciale "I Can Go for that", è cool rivedere Jay Graydon che cita gli Steely, Ned Doheny, Steve Porcaro con Steve Lukather. Persino JD Rayzar (che ci mette la faccia e che ha contribuito nello spacciare un pò di info, collaborando con la BBC Four).

Guardando il docu, mi è venuta la voglia di riascoltare gli Hall and Oates (yacht rock con due canzoni: "Kiss on my list" e "Time's up") e riguardare nel dettaglio la cover del disco "Bigger than both of us", riscoprire "Beauty on a Back Street" (perchè c'è dentro Jeffrey Porcaro!).

E mi è sembrato ancora utile il discorso, l'inquadramento storico in cui ha preso piede il nostro rock, approfondendo sulla "Reaganomics" (anche solo su Wiki). Altrettanto curioso è stato il racconto sulla Los Angeles musicale "drenched in desire", colta dal sogno di un'estate infinita che ha sempre quella patina vintage/techicolor

E' citato l'aspetto confortevole della musica yacht rock, la cosiddetta necessità di escapismo. E la contrapposizione alla canzone rumorosa del Punk e quella di protesta di Bob Dylan, è la solita pagina da sfogliare. Sottolineo qui, che Bob Dylan è un'ispirazione per numerosi yacht rocker, il più importante è Kenny Loggins, visto come il più poetico e sensibile fra i songwriters.

Boys Club

"Yacht rock was an intentional Boys Club". Vale a dire che i ragazzi barricati in studio quasi tutto il giorno, avevano formato "la loro cricca" ed era inammissibile farci entrare qualcuno di nuovo, specialmente le donne. Donne che se c'erano o diventavano mogli (vedi Amy Holland) o piccole comparse (Kelly Harland). Nel caso di Patty Austin, pure figlioccia (di Quincy Jones).

Indimenticate interpreti e cantautrici (Nicolette Larson, Valerie Carter).

Session vocalist come Venette Gloud e Carmen Twillie. Sorelle come Maureen McDonald.

(La versione di "No way out" di Paul Anka e Michael Mcdonald che ascolti nel podcast, non è questa, del 1987, ma questa, del 1983 in cui vi partecipa Maureen, che, arricchisce l'arrangiamento vocale del brano in modo alquanto palpitante)

Eppure... eppure: e' il club delle donne al centro!

La donna è, invece, il centro della musica degli yacht rocker, al centro della vita dei producer, degli artisti. Poichè la rivincita personale di ciascuna, dai diritti sempre più acquisiti (aborto, lavoro), alla voglia di opporsi ai sopprusi domestici, influenza il vero uomo, che, la prende come esempio di forza. Da orsacchiotto, l'uomo si trasforma in consapevole individuo sicuro, il quale si prende cura della donna con fedeltà, smoothness e sensibilità e lo fa anche nell'aspetto più riguardato. L'uomo, che, diviene forte delle sue vulnerabilità attento ai bisogni delle sue donne, che si apre alle sue cose personali, esponendole con tutti gli strumenti giusti.

E' vero che come dice Jd, gli yacht rocker sono quelli un poco foolish che sanno come comprendere l'amore.

Steve Kipner , che foolish!

Nell'era video, lontana e lontano

Prima la radio, ora la radio uccisa dalle Tv stars. E' una nuova era: dopo Thriller di Michael Jackson (che può benissimo essere considerato un album yacht rock, dentro ci sono soprattutto i Toto, Quincy...) succede che il format radiofonico aor si trasferisce in tv e diventa MTv. Da qui, il nuovo genre non ne esce salvo, semplicemente le comunicazioni accolgono altri gruppi, perciò altro rock. Lo yacht rock social non esisterà più dopo l'84. Gli studi di registrazione applicano altre pratiche di registrazione più veloci, la musica diverrà sempre più solitaria, (soggetta ad un individualismo generale).

Vicina vicina è questa musica, invece. Una musica per connettersi: Yacht rock!

Yacht rock è vero, è un sentimento personale e condiviso per noi, è una terra natale che non si perderà mai. E' musica che ha il suo balsamo di romanticismo e trae origine dall'armonia!

Grazie per aver ascoltato Francesca in linea!

Francesca in linea: to the yachtiest and beyond

Francesca

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